La storia era stata annunciata in un
post del blog del popolare Michele Rech in arte Zerocalcare, capace di
vendere quasi 300 mila copie con una manciata di volumi in pochissimi anni: pochissimi
giorni dopo l’uscita della sua ultima (e più matura) fatica editoriale Dimentica il mio nome, il 30enne romano ci
ha rilasciato una bella intervista su FdC
n.232 dello scorso ottobre.
Il reportage di vero e proprio graphic journalism ha anche
un efficace “booktrailer”, visibile qui. Sul proprio sito l’autore dà “alcune informazioni per chi se lo va a comprare, per esempio:
Cosa ci troverete:
- Un racconto il più possibile onesto di quello che ho vissuto durante il viaggio e nei giorni immediatamente precedenti, sia dal punto di vista emotivo che da quello della cronaca, comprese le contraddizioni e i dubbi del caso.
- Un tentativo di tenere un equilibrio tra il pippone didascalico e la cazzata spicciola. In certi punti spero di non aver fatto nessuno dei due, in altri probabilmente li ho fatti entrambi, però oh se nascevo imparato non stavo qua.
- La mia risposta (una delle tante) alle questioni che sollevano i fatti di Parigi.
Cosa non ci troverete:
- Il sensazionalismo i morti i cadaveri.
- Un trattato preciso, esaustivo e imparziale di storia e geopolitica.
- Delle anatomie disegnate decentemente”.
Cosa ci troverete:
- Un racconto il più possibile onesto di quello che ho vissuto durante il viaggio e nei giorni immediatamente precedenti, sia dal punto di vista emotivo che da quello della cronaca, comprese le contraddizioni e i dubbi del caso.
- Un tentativo di tenere un equilibrio tra il pippone didascalico e la cazzata spicciola. In certi punti spero di non aver fatto nessuno dei due, in altri probabilmente li ho fatti entrambi, però oh se nascevo imparato non stavo qua.
- La mia risposta (una delle tante) alle questioni che sollevano i fatti di Parigi.
Cosa non ci troverete:
- Il sensazionalismo i morti i cadaveri.
- Un trattato preciso, esaustivo e imparziale di storia e geopolitica.
- Delle anatomie disegnate decentemente”.
Alla faccia di
chi ancor oggi continua incredibilmente a pensare che il fumetto sia “roba per
bambini”... confondendolo con quello che soltanto uno dei tanti generi con cui
può raccontare una storia quello che è a tutti gli effetti un medium dotato di
un suo linguaggio: il primo multimediale nella storia dell’umanità, fra l’altro.
Giusto per la precisione.
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