venerdì 24 aprile 2020

“Maquia”, lo struggente debutto di Mari Okada

Nel cinema di animazione giapponese, una delle imprese più complicate è creare un fantasy dal nulla, senza l’appoggio di fumetti o romanzi popolari. Dagli inizi del nuovo millennio, esiste però una singolarità che risponde al nome di Mari Okada... la quale un fantasy riesce a creartelo infischiandosene di romanzi o fumetti preesistenti. Un fantasy che si sostiene grazie alle “sue” regole e alla legge dei sentimenti. Il più notevole esempio di fantasy scritto e diretto dalla 44enne nipponica, per la quale il titolo di sceneggiatrice più in gamba del panorama animato nipponico va sempre più stretto, si intitola Maquia - Decoriamo la mattina dell’addio con i fiori promessi (in originale: Sayonara no Asa ni Yakusoku no Hana o Kazaro, 2018). Un film disponibile in home video per Anime Factory da qualche mese, ma di cui vale la pena parlare perché non si tratta soltanto di un film di animazione, bellissimo e struggente, ma di un’opera mai così personale e indifferente ai diktat del mercato.

Distante dai territori degli umani, esiste un luogo chiamato Iorph. Un luogo di pace dove i suoi abitanti tessono le cronache delle proprie esistenze in stoffe chiamate Hibiol. Al compimento dei quindici anni, tutti loro rallentano la propria crescita e riescono a vivere per secoli. Tra loro c’è Maquia un’orfana che avverte stranamente il peso della solitudine nonostante sia circondata da grandi amici, in particolare Leilia. Una notte quel luogo pacifico viene assaltato dall’esercito di Mezarte e dai suoi draghi. Molti degli abitanti vengono uccisi, e Leilia rapita. Nella confusione, Maquia salta sul dorso di un drago e viene trasportata lontano, nei territori degli uomini: qui trova un neonato senza più genitori, e decide di portarlo via con sé.

Il tempo passa in Maquia, ma non come si è sempre visto nel cinema animato. L’avanzare degli anni in questo film, dove Maquia resta tale e il piccolo cresce, diventa adulto e infine si separa da lei, non appare una cronologica successione di eventi e situazioni incollate alle vite dei personaggi, ma è un procedere in avanti tramite i sentimenti, dai più felici ai più malinconici e struggenti. Chi conosce i lavori di Okada già sa che le passioni umane hanno una densità unica. La forza dei sentimenti e delle emozioni, secondo la sceneggiatrice, in animazione non esiste: al suo posto esiste la forma dei sentimenti e delle emozioni: immaginate al solo scopo di toccare nel profondo l’animo degli spettatori. Mari Okada è una che scrive con il cuore in mano, e intanto realizza un primo film grazie agli amici colleghi dello studio P.A. Works in cui ogni cosa appare sontuosa e bella, maestosa e memorabile (oddio, sui draghi quasi tutti uguali gli anime dovrebbero presto o tardi rispondere al tribunale dei fan…). Maquia va però oltre le apparenze, deve essere attraente per gli occhi perché così ha deciso il mercato ma il suo cuore è infinitamente più puro. Il film di Okada, nonostante la luminosa bellezza di cui si circonda, è in realtà un rigurgito biografico in cui la sceneggiatrice guarda al suo arcinoto passato da adolescente reclusa. C’è un libro, From Truant to Anime Screenwriter: My Path to ‘AnoHana’ and ‘The Anthem of the heart’ (J-Novel Club, 2018) che andrebbe sicuramente letto. Per capire il lato nascosto di Maquia, ed entrare nell’animo (e negli anime) di Okada con maggior lungimiranza.

All’uscita in Giappone di due anni fa, Maquia ha avuto almeno due rivali quanto a bellezza e sentimenti: Voglio mangiare il tuo pancreas di Shin’ichiro Ushijima e l’inedito Liz and the Blue Bird diretto da un’altra donna di notevole talento, Naoko Yamada; in aggiunta ad altri due concorrenti del tipo super-cool, Mirai di Mamoru Hosoda e Penguin Highway di Hiroyasu Ishida. Da noi il film di Okada è passato invece direttamente in home video grazie a Anime Factory, in due versioni: una Limited Edition in Blu-ray con tre cards in omaggio e la ben più interessante Ultralimited Edition a due dischi con extra di rilievo (making of, storyboard), libretto di 84 pagine e una Special Story di 16 pagine.

– Mario A. Rumor  

giovedì 23 aprile 2020

“Fumo di China” n.296 in edicola e fumetteria

Dopo un mese di pausa per venire incontro alle difficoltà di tanti lettori nel raggiungere le edicole, arriva finalmente in tutta Italia nelle migliori edicole e fumetterie il nuovo FdC n.296, con splendida copertina inedita di Claudio Villa sul suo sospirato “Texone”.

Segue un inevitabile editoriale sulla difficile situazione nell’emergenza sanitaria nazionale, con le prime reazioni e iniziative, le usuali news dal mondo (quelle meno viste e più importanti in Italia, Francia, Stati Uniti e Giappone, più la rubrica sulle “Tavole in mostra” di fumetti in Italia e non soltanto) e la cover story dedicata alla lunga e appassionata intervista sull’atteso albo gigante del fumetto italiano più longevo, tra curiosità e “dietro le quinte” svelate da Claudio Villa sul suo Tex.

Poi ancora spazio ad Aquila della Notte grazie alla chiacchierata con Marco Ghion, disegnatore del primo speciale della collana Tex Willer “Fantasmi di Natale”, per poi scambiare quattro chiacchiere con il bravissimo Grégory Panaccione (talento multimediale pubblicato soprattutto da ReNoir Comics) e il raggiante Francesco Bisaro (sulla “lunga marcia” per inseguire la sua passione, fino al Don Camillo a fumetti), seguito dall’emozionante racconto in prima persona di Gianni Brunoro su quando affiancò il sommo Gianni de Luca a recitare i fumetti a teatro!

E ancora, il saluto commosso ad Albert Uderzo (maestro riconosciuto di tanti autori anche italiani) con uno sguardo alla sua eredità, oltre al panorama delle non poche occasioni in cui il fumetto ha raccontato virus e pandemie, in qualche caso risultate quanto mai profetiche. Nel ciclo d’interviste di FdC a celebrità di cinema e teatro tocca alla brava Barbara Enrichi raccontarci le sue passioni a fumetti, per poi sviscerare infine le vicende de L’Incal, su come un fallimento portò a un capolavoro, da un mancato film di Dune a una lunga saga a fumetti!

E per concludere come sempre in bellezza, le nostre abituali 7 pagine di recensioni per orientarsi nel mare magnum del fumetto proposto nelle edicole, fumetterie e librerie italiane, insieme alle rubriche “Il Podio” (i top 3 del mese), “Pollice Verso” (un exploit in negativo), “Il Suggerimento” (per non perdere uscite sfiziose) del poliedrico Fabio Licari, oltre a “Niente Da Dire” (la nuova rubrica curata dall’omonimo portale di divulgazione lanciato da Daniele Daccò detto il Rinoceronte con le sodali Furibionda e Onigiri Calibro 38), approfondimenti (questa volta sui fumetti delle DuckTales, il secondo volume dell’integrale delle illustrazioni di Sergio Toppi, la riedizione del primo Pinocchio e il volume nipponico di omaggio a Monkey Punch), “Il senso delle nuvole” (con le puntute osservazioni di Giuseppe Peruzzo)... e le prime strisce fra satira e ironia della nuova serie Fex contro Mefìstronz su testi & disegni di Marcello!

Tutto questo e altro ancora su FdC n.296 (distribuito in edicola e fumetteria da Me.Pe. e come sempre acquistabile via PayPal direttamente dal nostro sito), a soli 4 euro nel tradizionale formato 24 x 33,5 cm (fin dal nostro sbarco in edicola, oltre trent’anni fa) con 32 pagine tutte a colori: buona lettura!