venerdì 30 gennaio 2015

“Charlie Hebdo”, la storia continua

Su FdC n.234 ora in edicola e fumetteria (di cui vedete qui accanto la splendida copertina sui 50 anni di carriera di Alfredo Castelli) dedichiamo un primo, sentito ricordo agli autori trucidati nella redazione del settimanale satirico francese  Charlie Hebdo lo scorso 7 gennaio.

Mentre il buon Marcello sul suo blog ha dedicato all’argomento un lungo post (corrispondente a ben tre pagine del nostro mensile cartaceo!), correggendo anche alcune imprecisioni nel nostro editoriale “dell’ultim’ora”, e il direttore Ferruccio de Bortoli si è mostrato disponibile a un incontro pubblico con gli autori le cui vignette sono state pubblicate senza autorizzazione sul libro allegato al Corriere della Sera in favore del settimanale francese, ieri il quotidiano Libération ha segnalato che il prossimo n.1179, dopo quello realizzato dai “superstiti” uscito in edicola appena una settimana dopo la strage, dovrebbe uscire non prima di “metà febbraio”.

Fino ad oggi, l’edizione con Maometto in copertina e la scritta “Je suis Charlie - Tout est pardonné” è stata distribuita in 7 milioni di copie (6,3 in Francia, 700 mila all’estero): questa settimana sono previste altre 300 mila copie, un record senza precedenti per la stampa transalpina. La redazione francese, stanca e traumatizzata, ha ora bisogno di riflettere sul futuro, anche se una cosa è certa: “Charlie continuerà”. Per l’avvocato della redazione, Christophe Thévenet, l’equipe ha “bisogno di tempo. Faranno il prossimo numero quando saranno in grado di farlo”.

Tra gli aspetti decisi, la nomina a direttore del vignettista Laurent Sourisseau in arte Riss, ferito durante l’assalto dei fratelli Kouachi. C’è poi la gestione della valanga di finanziamenti giunti dopo la strage: quasi 2 milioni di euro. A questo, si aggiungono gli introiti derivanti dall’eccezionale tiratura dell’ultima edizione. Soldi che andranno al giornale, alle famiglie delle 17 vittime, ma anche a un “fondo di dotazione per aiutare i giornali satirici attraverso il mondo”, spiega l’avvocato, sottolineando che “sarà un lavoro di lungo corso per creare un sacco di altri Charlie Hebdo nel mondo, per aiutare i cugini di altri Paesi. È la migliore risposta possibile”. Oltre ai soldi, il settimanale ha registrato 80 mila nuovi abbonamenti (prima dell’attentato erano appena 10 mila e si cercavano sempre nuovi finanziamenti). “È sicuro che tutto questo da molta visibilità – continua Thévenet – oggi, il giornale ha i mezzi per continuare. Ora spetta alla redazione organizzarsi. Bisogna superare il trauma, misurare lo sforzo di ripubblicare il giornale tre giorni dopo l’attentato. Piangevano disegnando! Nessuno può uscire indenne da una cosa così”.

Sul prossimo FdC n.235 di febbraio dedicheremo un intero articolo alla vicenda, anche perché non cada nel dimenticatoio tipico dell’informazione schizofrenica di questi tempi travagliati.

Nessun commento:

Posta un commento