venerdì 30 novembre 2018

“Akira”, i 30 anni festeggiati anche in home video

Nel 30° anniversario dell’uscita in sala in Giappone (da noi sbarcò nel 1992), il film cult Akira di Katsuhiro Ōtomo è uscito nei cinema italiani la scorsa primavera con il tanto atteso ridoppiaggio e ora tocca all’home video farci rivivere l’emozione.

Esperienza a parte nell’assistere su grande schermo alle strepitose immagini della pellicola (decine furono i disegnatori e gli animatori di Tokyo che chiesero esplicitamente di entrare a far parte dello staff), Akira con nuovo doppiaggio è utile operazione commerciale ma anche estetica. Ci dà l’occasione infatti di confrontare due versioni di uno stesso film e due epoche differenti. La prima è quella dell’edizione giunta a noi grazie a Eagle Pictures nei primi anni Novanta, agli albori della riscoperta in Occidente di anime e manga quando ancora vigeva una certa idea dei cartoon nipponici spesso affatto lusinghiera. La seconda, abilmente messa a nuovo e cavalcata da Dynit con promozione da veri intenditori, rientra a pieno titolo nel periodo che stiamo vivendo, nel quale perfino gli anime sono diventati grandi protagonisti in sala.

Ci arrivano infatti come fenomenologia dall’inesauribile popolarità, e per questo gli appassionati esigono il massimo della qualità e della perfezione. Soprattutto nella loro seconda vita in home video: se Akira 30th Anniversary Edition in box-set (prezzo: 79,90 euro) è una leccornia coi fiocchi grazie a doppio vinile con la colonna sonora, booklet di 50 pagine, locandina del film e cartolina esclusiva, l’edizione steelbook del film è invece un appuntamento apprezzabile a metà. Lodevole la presenza di due dischi in bvd e Blu-ray, in vista però di tale importante traguardo sarebbe stato lodevole dotarsi di contenuti speciali ad hoc... a partire dal booklet interno che è versione ridotta di quello incluso nella precedente edizione per l’home video. Un Akira così mignon non fa molto onore alla grandezza di un film che, come scriveva il mensile inglese Empire, è ancora e sempre “l’anime cult definitivo”.

Per gennaio 2019, Dynit ha annunciato anche una standard edition in Blu-ray e dvd, rispettivamente a 19,99 e 14,99 euro. Per completisti ma non solo. Qui sotto, il trailer per la storica uscita nelle sale italiane della scorsa primavera e una scena:


giovedì 29 novembre 2018

Akira Miyazaki, lo sceneggiatore di anime non c’è più

Aveva una predilezione per i soggetti letterari, Akira Miyazaki. Con Hiroshi Saito, altro grande veterano degli anime, aveva formato una coppia non dichiarata d’impareggiabili autori per il piccolo schermo animato, quasi sempre per Nippon Animation, il celebre studio dietro a Marco, Anna dai capelli rossi, Conan il ragazzo del futuro, Pollyanna e via elencando.

Se n’è andato, “l’altro” Miyazaki (nessuna parentela con il più famoso Hayao), il 25 novembre scorso in un ospedale della prefettura di Saitama all’età di 84 anni (era nato a Tokyo nel 1934), a causa di un male incurabile. Ancora studente, Akira lavoricchia in una casa editrice, frequenta il corso di lingua russa all’università e nel 1961, finalmente, arriva il primo impiego alla Shochiku. Diventa ben presto assistente alla regia di Yoshitaro Nomura e di Yoji Yamada in particolare per poi debuttare egli stesso sul grande schermo come regista dei film Naitetamaruka (1971) e Aoi Tori (1975). In veste di sceneggiatore, molti dorama televisivi negli anni Sessanta, per poi cominciare un interessante percorso nell’industria animata nel 1977 grazie al regista Masaharu Endo che lo coinvolge nelle sceneggiature della serie Il mio amico Rascal. È qui che conosce l’altro kantoku (regista) accreditato della serie, Hiroshi Saito. I due iniziano a collaborare in numerose altre serie famose: Peline Story (1978), Tom Story (1980) da cui la nostra immagine in alto, Lucy May (1982), Le avventure della dolce Kati (1984), Tutte per una, una per tutte (1987), Le voci della savana (1993), solo per citarne alcune.

Ci sono anche film animati importanti da ricordare, da Yuki (1981) a Moomin (1992) diretto da Masaaki Osumi. Del lavoro di entrambi esiste una pubblicazione molto bella, in gran parte illustrata, dal titolo Saito Hiroshi + Miyazaki Akira no Sekai che si può trovare a circa 6500 yen su siti quali Mandarake. Una pubblicazione che è anche disamina cronologica dei lavori dei due artisti e dalla quale di solito sono prelevate le rispettive cronologie che trovate in Rete.

Contrariamente alle aspettative, i principali quotidiani nipponici hanno pubblicato la notizia della scomparsa dello sceneggiatore limitandosi a poche righe. E di conseguenza il rimbalzo sulle pagine on line occidentali è avvenuto alla stessa maniera. Se questo è il “bello” di Internet, sappiate che la cara vecchia carta stampata di Akira Miyazaki e del suo socio in affari infantil-letterari su piccolo schermo non si è mai accontentata di poche righe. Anzi. Doujinshi a parte, e qui gran parte delle fanzine sono dedicate alla dolce Kati (personaggio peraltro piazzato sulla copertina del volume di cui sopra), riviste come Animage in più occasioni hanno posto il giusto accento sul loro lavoro. Esempio: Animage del marzo 1992 dedicò un lungo servizio sulle serie del Sekai Meisaku Gekijo (meglio noto come World Masterpiece Theatre, ovvero gli anime tratti dai capolavori mondiali della letteratura) e il primo box di “ricordi” è occupato proprio da Miyazaki. Un altro numero di Animage, aprile 1999, omaggiò il Meisaku in vista dell’uscita del film di Marco e, anche in quel caso, seguirono numerosi accenni alle serie firmate da lui.

Per aggiungere carne al fuoco, diremo che su Akira Miyazaki e Hiroshi Saito e sul genere “letterario” creato da Zuiyo prima e Nippon Animation poi, ci sono almeno un paio di volumi illustrati difficilmente rintracciabili perfino su Mandarake. Questo per ribadire l’eccezionalità del lavoro di scrittura e regia di Miyazaki & Saito, al pari di altre importanti personalità di solito citate per prime: Isao Takahata, Hayao Miyazaki, Yoshifumi Kondo e il grandissimo character designer Shuichi Seki. Dunque, un altro veterano ci ha lasciati, ma l’eredità artistica e la fortissima impronta umanistica che si è lasciato dietro difficilmente sarà dimenticata.

– Mario A. Rumor

venerdì 23 novembre 2018

“Il castello di Cagliostro” riapre i cancelli

Sì, ma in Francia. In occasione degli prossimi 40 anni del film Lupin III - Il castello di Cagliostro (Rupan Sansei: Kariosutoro no Shiro, 1979), che fu il debutto nella regia cinematografica di un certo Hayao Miyazaki, la società di distribuzione francese Splendor Films porterà il film nelle sale transalpine a partire dal 23 gennaio 2019, con il semplice titolo Le Château de Cagliostro (in Francia hanno infatti qualche problema legale nell’utilizzo del nome “Lupin” e infatti da loro il suo pronipote Lupin III è più noto come Edgar de la Cambriole, in tv Edgar le détective cambrioleur).

La pellicola di Miyazaki non certo ha bisogno di ulteriori presentazioni, dato che da sempre i fan di Lupin III la riconoscono – non a torto – come la miglior opera per il grande schermo ispirata al celebre personaggio creato a fumetti nel 1967 da Monkey Punch anche se tradisce un po’ lo spirito originale del fumetto e dell’amatissima prima serie tv del 1971-72. In Francia pure l’home video ha sempre tenuto in gran conto questo film: nel 2012 Kazé aveva messo in vendita un bel cofanetto con il film in versione Blu-ray e dvd, accompagnato da un disco bonus contenente tre lunghe interviste a Monkey Punch, al character designer Yasuo Otsuka e all’animatore Kazuhide Tomonaga, a cui si deve la superlativa scena dell’inseguimento in Fiat 500 lungo i tornanti. Altra piacevole presenza del collector box, un volumetto di 76 pagine con bozzetti originali, character sketch e qualche pagina di storyboard.

Bravo! quindi ai cugini francesi... e l’inevitabile pensierino della sera per noi italiani: siccome il 2019 è di là da venire, ci auguriamo che anche da noi Il Castello di Cagliostro faccia un salto in sala, come già accaduto nel 2007 grazie a Mikado che lo distribuì in sala con grande successo (e un ridoppiaggio ad hoc). Nel frattempo, qui sotto il trailer del dvd italiano:

giovedì 22 novembre 2018

“Fumo di China” n.280 in edicola e fumetteria

Con una smagliante copertina di Massimo Gamberi che lancia il dossier sulla curiosa incarnazione italo-australiana di Phantom, è arrivato nelle migliori edicole e fumetterie d’Italia FdC n.280.

Dopo un editoriale fra impressioni a caldo e accostamenti inconsueti dalla “bolla di comfort zone” a Lucca Comics & Games, le usuali news dal mondo (quelle meno viste e più importanti in Italia, Francia, Stati Uniti e Giappone, più un approfondimento sui fumetti per ragazzi dell’Editrice Il Castoro), ci focalizziamo su “l’altro” Uomo Mascherato in Australia, con un’intervista a Massimo Gamberi sul suo lavoro su un classico del fumetto e la curiosa storia “parallela” di Phantom agli Antipodi dal nostro corrispondente “dall’altra parte del mondo”.

Poi l’incontro con con Adriano Barone sui suoi Warhol. L’intervista, Nathan Never: Generazioni e i crossmediali Ride (romanzo e fumetto), un’intervista a Elena de’ Grimani (vittima di un’incredibile controversia con Wikipedia Italia) e un nostro breve speciale sui 90 anni di Topolino (con piccolo riassunto delle iniziative per il compleanno del Topo più famoso al mondo e la storia muta inedita 1928 in omaggio, realizzata in esclusiva da Giuseppe Pollicelli & Emiliano Conti), accanto ai 30 anni dei sogni di carta del Sandman di Neil Gaiman (con una lunga disamina sulla serie più atipica mai prodotta dalla DC Comics) e la storia della serie Black Monday (in Italia per Mondadori nella collana Oscar Ink).

Quindi due reportage esclusivi: uno dal festival Firenze Libro Aperto (in particolare sugli incontri dedicati al fumetto), l’altro “dal di dentro” dei tantissimi eventi della più recente Lucca Comics & Games (comprese le mostre di cui pochissimi parlano, raccontate con la consueta passione dal collezionista ed esperto Giovanni Nahmias).

E ancora... 7 pagine di recensioni per orientarsi nel mare magnum del fumetto proposto nelle edicole, fumetterie e librerie italiane. Le rubriche: “Il Podio” (i top 3 del mese), “Pollice Verso” (un exploit in negativo), “Il Suggerimento” (per non perdere uscite sfiziose), “Il Rinoceronte in carica” (la rubrica di Daniele Daccò, tra i fondatori del nuovo portale giornalistico Niente Da Dire lanciato a Lucca insieme a Furibionda e Onigiri Calibro 38), approfondimenti (questa volta su Holly e Benji, B: The Beginning, La storia illustrata da Luca Tarlazzi e Il ponte di Adamo di Luca Novelli), “sFUMature” (la rubrica disegnata di Giuliano Piccininno sul pazzo mondo dei fumetti e dei suoi abitanti) e  “Strumenti” (sulla sempre più numerosa saggistica dedicata a fumetto, illustrazione e cinema d’animazione)!

Tutto questo e molto di più (distribuiti da MePe e acquistabile via PayPal direttamente dal nostro sito!), a soli 4 euro: buona lettura

martedì 20 novembre 2018

BilBOlBul, le mostre e gli autori da vedere

Da giovedì 22 a domenica 25 novembre si svolge nel centro storico di Bologna la XII edizione del Festival Internazionale BilBOlBul dedicato a fumetto e illustrazione. Il programma propone tanti incontri, mostre, tavole rotonde, laboratori, visite guidate e performance, a cui si aggiungono tante iniziative satellite. Ecco di seguito una piccola selezione, rivolta per lo più agli amanti del fumetto.

Uno degli autori protagonisti di quest’anno è il fumettista, pittore e illustratore Guido Buzzelli, visionario precursore dell’avvento dei graphic novel, scomparso nel 1992. A lui è dedicata una mostra con oltre 70 tavole e un buon numero di bozzetti, “Anatomia delle macerie”, inaugurata già a fine ottobre e visitabile sino al 25 novembre presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove venerdì 23 si terrà anche un convegno.

Un altro maestro scomparso del fumetto su cui si puntano i riflettori quest’anno è il grande Jack Kirby. Dal 24 novembre al 5 gennaio, presso la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, sarà possibile visitare “Mostri, uomini, dei”, esposizione che ne ripercorre la carriera. Contestualmente verrà edito un volume, con contributi di autori italiani e internazionali ispirati dal “King of comics” e domenica 25, presso la Sala Magnani di Palazzo Magnani, si terrà un incontro a lui dedicato, intitolato “Ho visto un Re. Ritratto di Jack Kirby”.

La Pinacoteca Nazionale di Bologna ospita altre due mostre di primo piano, con inaugurazione venerdì 23 e aperte sino al 16 dicembre. Una si intitola “Risorse umane” ed è una monografica dedicata al bolognese Francesco Cattani, vincitore di premi a Romics e al Napoli Comicon con l’onirico Luna del mattino, nonché autore del manifesto 2018. “The Dungeon Master”, invece, porta all’attenzione del pubblico italiano il fumettista underground nonché musicista statunitense Mat Brinkman, da noi edito da Hollow Press. Cattani partecipa a due incontri, uno il 22 novembre presso l’Accademia di Belle Arti, dedicato alla riedizione a colori del suo primo libro a fumetti “Barcazza” (Canicola) e l’altro il 23 novembre, presso la Scuola di Lettere e Beni Culturali. Brinkman incontrerà il pubblico il 24 novembre, sempre presso l’Accademia di Belle Arti, in un dialogo con Ratigher.

Il progetto europeo che usa il fumetto per fare comunicazione scientifica ERCcOMICS animerà una mostra e tre incontri. “Alla ricerca della tela infinita”, s’inaugura il 23 novembre all’Accademia di Belle Arti dopo un incontro di presentazione e sino 19 dicembre mostra i materiali originali e condivide i retroscena della produzione delle storie. Il 24 novembre, presso il Centro delle Donne/Biblioteca Italiana delle Donne, le autrici del webcomic “Beauty” Giselinde Kuipers, Eleonora Antonioni e Francesca Protopapa affronteranno la questione dei canoni di bellezza nella nostra società. Domenica 25, in “Esperimenti per immagini”, Tuono Pettinato e altri autori spiegano come il fumetto può mettersi al servizio della divulgazione scientifica, creando intrecci tra reale e fantastico.

Tra gli appuntamenti più interessanti le iniziative in cui coppie di fumettisti dialogano e mettono a confronto storie, stili e tematiche. La mattina del 24 novembre, per “Ri-Generi”, siederanno a un tavolo Federica Bellomi, Elena Pagliani, Gnomo Speleologo, Marco Galli e Marino Neri per discutere dei loro ultimi lavori e di come hanno scelto di adottare e affrontare generi narrativi diversi. Contestualmente le tavole di Bellomi e Pagliani per l’antologia “Materia Degenere” (Diabolo Edizioni) saranno esposte sino al 1° dicembre presso Blu Gallery. Sempre il 24 presso l’Alliance Française di Bologna, a tu per tu fra il francese Lucas Harari e Paolo Bacilieri, nelle cui ultime opere L’attrazione (Coconino Press) e Tramezzino (Canicola) l’architettura ha un ruolo chiave.

Le affinità tematiche verranno esplorate anche dalle tre serate di “Ping Pong - Autori a confronto”, presso Modo Infoshop. Il 22 spazio al dialogo fra Francesca Ghermandi con Ivan Hurricane, autore di I sopravvissuti (Eris Edizioni). Il 24 la tedesca Anna Haifisch e Aniss El Hamouri, che al festival presenta Come un brivido (001 Edizioni), in mostra da Berberè. Il 24 è la volta della la doppia coppia Lise & Talami e i francesi Ruppert & Mulot, di cui sono da poco usciti i rispettivi Il futuro è un morbo oscuro, Dottor Zurich (BeccoGiallo) e Famiglia reale (Canicola). 

Il programma 2018 è ricco anche di iniziative per i più piccoli e il piatto forte è la mostra “Io sono Mare”, dedicata all’omonimo libro a fumetti per l’infanzia di Cristina Portolano per Canicola. È già aperta e rimarrà visitabile sino al 2 dicembre presso il Dipartimento educativo del MAMbo - Museo d’Arte Moderna di Bologna e il 24 novembre si terranno un laboratorio e una visita guidata con l’autrice.

Menzioniamo poi tre altri laboratori di fumettisti e illustratori, in sinergia con libri usciti di recente. Il 20 novembre Marta Baroni è da Senape Vivaio Urbano con un laboratorio e relativa mostra basati sul suo Uma del Mondo di Sotto (Bao Publishing). Domenica 25 alla Biblioteca SalaBorsa Ragazzi laboratori di Martina Tonello sul libro Case nel mondo (Electa) e Luca Di Sciullo dall’albo illustrato “La Fioraia in mostra” (Topipittori), in mostra dal 21 al 25 al negozio di fiori Fuori dal Mazzo.

Come tradizione BilBOlBul si chiude domenica sera con la possibilità di visitare due nuove stanze dell’albergo bolognese Al Cappello Rosso, che ospita artisti invitati e chiede loro di lasciare una traccia della loro presenza. Quest’anno sarà la volta della francese Amandine Meyer che personalizzerà una stanza intitolata “Ninfeo” con decorazioni pop e colorate, tessuti ricamati, creazioni in ceramica. La seconda camera raccoglierà le illustrazioni dedicate all’hotel firmate dagli ospiti dello scorso anno, con un set creato ad hoc da Luca Di Sciullo.

– Nicola D’Agostino

venerdì 16 novembre 2018

Nuvolosa, concorso e festival di fumetto

Si chiama Premio Nuvolosa il concorso artistico nazionale per la realizzazione di tavole a fumetti che l’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Biella organizza in collaborazione con l’associazione culturale Creativecomics di Vercelli.

Rivolto ai giovani tra i 16 e i 35 anni residenti in Italia, il concorso prevede premi in denaro (da 1000, 500 e 300 euro netti), la pubblicazione delle tavole del vincitore sul quotidiano La Stampa, media partner del progetto, e di un catalogo con dieci opere selezionate. La partecipazione è gratuita.
La direzione artistica è a cura di Daniele Statella e Walter Trono, disegnatori professionisti della Sergio Bonelli editore (con collaborazioni alle serie Dampyr e Dragonero), oltre che docenti di tecnica del fumetto di comprovata esperienza. Il concorso si chiude lunedì 7 gennaio 2019 e aspira a essere la prima edizione di questa iniziativa, che si pensa di riproporre con regolarità (cadenza annuale o biennale).

Coronamento dell’iniziativa sarà Nuvolosa, il festival del fumetto a Biella previsto dal 16 al 31 marzo 2019. La premiazione dei vincitori e l’esposizione dei lavori selezionati verranno ospitate da Palazzo Ferrero nel borgo storico di Biella Piazzo. Alle opere in concorso si aggiungeranno una personale di un noto autore e una mostra dedicata a un personaggio dei fumetti. Il weekend di inaugurazione sarà strutturato in modo da attrarre visitatori anche da fuori provincia, con una serie di iniziative collaterali: mostra-mercato con disegnatori di rilevanza nazionale, performance live per il pubblico, presentazioni editoriali, stand di fumetti e gadget, interventi musicali e teatrali specifici sul tema. «Questo progetto», ha spiegato l’assessore alle politiche giovanili Francesca Salivotti, «vuol essere una delle iniziative con cui intendiamo stimolare la creatività e l’intraprendenza dei giovani. Siamo felici di aver trovato partner entusiasti come noi, per consentirci di metterlo in atto». L’iniziativa è realizzata con il sostegno finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e con il supporto di Palazzo Ferrero Miscele Culturali. Ulteriori info sul sito ufficiale.

Per maggiori informazioni è possibile contattare l’Informagiovani di Biella, tel. 015.3507380-381, nonché seguire la pagina Facebook ufficiale.

giovedì 8 novembre 2018

I manga annunciati a Lucca (e alcune considerazioni)

Nella grande confusione di valori e affezioni che da molti anni sembra aver travolto il mondo dei manga in Italia, sbandierando appellativi e lustrini da senpai anche a chi non lo merita (più che altro in quanto campioni di marketing), risulta ancora una volta esemplificativo il fatto che la migliore età dei fumetti giapponesi sia quella del passato e che una direzione meno plateale del mercato dovrebbe guardare verso chi realmente sa cos’è il disegno e il fumetto. Confidiamo che si pensi a noi come a dei vecchiarelli, dei nostalgici integerrimi che proprio se ne fanno un baffo del destino industriale dei manga. E in parte alcuni editori la pensano uguale a noi, un pensiero che si aggancia al valore dei fumetti come veri e propri libri da leggere: quindi con formato ad hoc e prezzi non-per-tutte-le-tasche.

Gli annunci ascoltati a Lucca Comics & Games 2018 in materia di manga raccontano il tocco personale di editori grandi e piccoli (questi ultimi già preparati a una forma di resilienza nei confronti dei big) e preparano il terreno alla stagione 2019 componendo un ritratto di estenuante perplessità più che di intrepido spirito innovativo. A parole, per esempio, Planet Manga (la sezione di Panini Comics) è scissa giusto a metà. Da un lato proporrà infatti opere di indubbio valore e interesse (da Inio Asano con Reiraku a Chi no Wadachi di Shuzo Oshimi), rafforzando una compagine deluxe che include Jiro Taniguchi e Gantz di Hiroya Oku a prezzi da billionaire (il primo 110 euro, il secondo a 60). Di Taniguchi, per grazia ricevuta, arriverà anche il racconto fantascientifico in due volumi Chikyu Hyokai Goto Osamu. E ancora: dopo aver visto il film, ora è tempo di leggere il fumetto Kono Sekai no Katsumi Ni della brava Fumiyo Kono, presentato anch’esso con prezzo da bestseller: 26 euro. Un tocco europeo nello stile dovrebbe garantire infine a Tongari Boushi no Atelier di Kamome Shirayama, in 4 volumi, un pizzico di serenità e distensione.

Per niente raffinato, al contrario, è il campionario dei titoli “altri” con i quali Planet Manga si affida a scelte che rappresentano il surrogato più modaiolo e meno interessante. Gronda eccessi il luna park di fumetti quali Koya wa tsuki ga kirei di Kaname Majuro & Sousou Sakakibara, definito un “horror fuori dagli schemi”; oppure Ao no Flag di Kaito, Hone ga kusaru made di Yae Utsumi dove un patto scellerato genera un passato che ritorna. E ancora, come reagire di fronte a Game - Suits no sukima di Mai Nishikata, Mosou Shojo di Yukino Seo e Sister to Vampire di Akatsuki? Rispondiamo così: routine da ipermercato, dove l’ammirazione per il “bel tratto” e storie che producono dibattiti da permanenza forzata sotto il casco dalla parrucchiera continuano a proiettare una visione del fumetto giapponese al 90% senza speranza.

Di sicuro sessualità e identità di genere, qui e in alcune opere annunciate da J-Pop (il ramo manga delle Edizioni BD: Sore wa tada no senpai no chinko di Youichi Abe, Kinoko Ningen no Kekkon di Kei Murayama e Yarichin Bitch Club di Tanaka Ogeretsu), sembrano un ideale cover-up sociologico per cambiare i connotati ai gusti del pubblico e movimentare la carriera dei manga in Italia. In bene o in male, si vedrà. In realtà il colpo grosso di J-Pop si chiama Osamushi Collection: tutta dedicata a Osamu Tezuka, per noi vecchiarelli dovrebbe trasformarsi in momento topico nel poter rispolverare in lingua italiana classici del calibro di Delitto e castigo, Ludwig B, Neo Faust e soprattutto I bon bon magici di Melmo. In un’altalena di classici e autori moderni di culto (davvero di culto), J-Pop ha annunciato quindi tre opere di Shotaro Ishinomori: l’edizione deluxe di Miyamoto Musashi, Ryu delle caverne e Cyborg 009 - God’s War nell’edizione definitiva conclusa da Masato Ayase & Jo Onodera, che di Ishinomori è il figlio. Spazio a Go Nagai con Shutendoji, mentre tante sono le opere di cui discutere in futuro: Poison Ivy e Noise di Tetsuya Tsutsui, Le montagne della follia di Go Tanabe da H.P. Lovecraft, la fiaba dark Girls from the Other Side di Nagare e il buon Taiyo Matsumoto che torna con Le Chats du Louvre.

Decisissima a non arretrare di un passo, la Hikari Hikari (la sezione manga di 001 Edizioni) di Tezuka ne ha in serbo parecchio: Lost World, Next World e Metropolis e, promette, almeno altri dieci titoli del dio dei manga. Ancora in gioco Go Nagai, di cui sono state annunciate le storie fantascientifiche in volumi da 450 pagine.

A una Star Comics generosa di titoli di ogni colore, forma e genere come la collega Planet Manga ma che interessano tragicamente ben poco, (tranne forse una nuova edizione di Lamù di Rumiko Takahashi: di nuovo viva il passato) il consiglio è di guardare altrove. Quasi in periferia. Se non siete negli “anta” e neppure nostalgici ma avete fiuto per il buon fumetto, le proposte fatte da Dynit e Coconino Press passano per le virtuose del momento. È una piccola prova a carico, ma significativa, che farsi la guerra per accaparrarsi autori di grido non serve a niente. Immaginiamo lo stupore di un qualsiasi ammiratore del manga ganzo e cool al cospetto di queste righe, ma vecchiarelli siamo e la nostra stima vorremmo destinarla a opere che lascino davvero il segno, e non accumulino polvere negli scaffali. Scorrendo la lista dei titoli Coconino, più di una volta sale il cuore in gola: Tsurita Kuniko (mai pubblicata fuori dal Giappone), Yoko Kondo con Takara no Yome e Itsukushi no kubi, e ancora Takehito Morizumi con Mimi wa Wasurenai, Masahiko Matsumoto con I fanatici del gekiga, Kazuichi Hanawa con la ristampa dell’introvabile In prigione, Palepoli di Furuya Usamaru (di cui diciamo soltanto che gli americani lo conoscono già dai primi anni Duemila, della serie: non è mai troppo tardi). In arrivo Kentaro Ueno (Sayonara mo Iwazu ni), Kazuo Kamimura e Hideo Okazaki (Shinanogawa), Suehiro Maruo (L’inferno in bottiglia, Tomino la dannata). Per andarci giù leggeri e tornare nei lidi dei fan dei manga cool e ganzi, Coconino propone Stop! Hibarikun di Hisashi Eguchi. In pratica: un classico. Si tratta quasi esclusivamente di proposte da volume unico, e la promessa è quella di pubblicare un manga al mese. Sarà dura pazientare ma il gioco vale decisamente la candela. Occhio però a non confondere tutto questo ben di dio con la solita esaltazione/esultazione da fumetto “d’autore”. Potrebbe anche essere o non essere, ma se volete conoscere un volto diverso (e uguale) del Giappone questa è la sola strada da percorrere.

Anche Dynit non si sottrae al festival delle papille gustative iper-stimolate. La loro linea di fumetti è un distaccamento solido, come dimostrato nei mesi passati, e sicuramente grazie alle scelte editoriali di Asuka Ozumi gli annunci fatti a Lucca vanno ben oltre parole & promesse e si situano in linea con un’idea di fumetto capace di offrire spettacolo e far riflettere. I titoli dei manga annunciati in alcuni casi sono un benvenuto a gente già conosciuta: Kenji Tsuruta (L’isola errante), Moyoco Anno (Insufficient Direction), Tsutomu Takahashi (Zankyo), Yoko Kondo (Una donna e la guerra). A questi si aggrega un Olimpo degli artisti piuttosto allargato che fa posto a Minoru Furuya (Grexis), Yuki Urushibara (Suiiki), Est Em (Gli stolti odiano il rosso, La donna degli udon), Masakazu Ishiguro (Getenro) e Shinzo Keigo (Holiday Junction). Dunque, per ora da Lucca Comics & Games è giunta una interminabile lista di nomi di autori e titoli. Alla parata seguirà l’abbuffata: nel mezzo ci saremo noi. La competizione a chi farà meglio è aperta.

– Mario A. Rumor 

martedì 6 novembre 2018

Una rivista speciale per Isao Takahata

Cose che solo i cugini d’Oltralpe si dilettano a fare. Se il molto amato Hayao Miyazaki sarà protagonista di ben quattro nuovi saggi in lingua francese da qui ai primi mesi del 2019, anche Isao Takahata, suo compagno d’avventure animate e amico di una vita (a cui Cartoon Club ha dedicato il libro The art of emotion tuttora apprezzato e ordinabile qui), non sarà da meno.

Un ricordo ormai postumo a diversi mesi dalla scomparsa, avvenuta lo scorso 5 aprile. In Giappone si erano praticamente attivati quasi subito, tra riviste e libri. Ora tocca alla Francia, terra d’elezione culturale del maestro dell’animazione. La redazione di Eclipses, piccola rivista di approfondimento cinematografico, farà uscire entro quest’anno un numero interamente dedicato al regista di Heidi. La copertina (come si vede nella foto qui sopra) sarà dedicata al suo ultimo capolavoro La storia della principessa splendente (2013). I tipi di Eclipses avevano dedicato un numero monografico anche a Miya-san nel 2009 intitolato Hayao Miyazaki - L’Enfance de l’Art (sul n.45, 142 pp. a 10 euro).

Editorialmente piuttosto attiva anche la Spagna con libri illustrati e divulgativi (Mi vecino Miyazaki, Diàbolo Ediciones) e la collana Biblioteca Studio Ghibli dedicata da Héroes de Papel ai suoi film. A quando operazioni del genere anche in Italia? Qui sotto la sequenza forse più emozionante dell’ultimo film del Maestro:


lunedì 5 novembre 2018

Corto Maltese finalmente “dal vero” al cinema!

Che fosse fan sfegatato di fumetti d’ogni genere e nazionalità, si sapeva. Christophe Gans, il 58enne regista di film quali Il patto dei lupi (2001) e La bella e la bestia (2014) in effetti s’era dato da fare già a inizio carriera con una sua versione del Crying Freeman di Ryoichi Ikegami (il cui primo numero del manga è in uscita per J-Pop dopo l’anteprima a Lucca Comics & Games) nel lontano 1995.

Ora che di strada ne ha fatta, imponendosi come autore estremamente cinefilo, Gans ha fatto il colpaccio esaudendo un vecchio sogno di gioventù. Ossia, portare su grande schermo nientemeno che Corto Maltese, il celeberrimo marinaio creato da Hugo Pratt nel 1967. La notizia ha fatto rapidamente il giro del mondo, solleticando l’immaginazione degli appassionati di entrambe le fazioni: cinema e fumetto. Anche perché i nomi principali del cast sono già stati resi ufficiali da un teaser poster (qui sopra) e quindi già si può fantasticare, dopo decenni di tentativi mai andati in porto: dai primi incontri con Luigi Scattini a metà anni Settanta e poi Folco Quilici, più Steven Spielberg (a Parigi nel 1980 ma anche a Losanna dieci anni dopo) e i progetti di Gabriele Salvatores nel 1995 e di Claude Gorsky nel 1997 per un film con Christopher Lambert (anche se Pratt avrebbe preferito Fabio Testi), nonché una successiva sceneggiatura di Giovanni Mezzedimi (che avrebbe potuto anche esserne protagonista) e Gilles Taurand nel 2009 dal titolo Alla ricerca di Corto Maltese.

Il protagonista avrà il volto dell’attore inglese Tom Hughes, ammirato da Gans nella serie tv Victoria. Rasputin sarà interpretato da James Thierrée. Tra le presenze femminili ci sarà anche Milla Jovovich che ritrova così anche il suo storico produttore Samuel Hadida di Resident Evil. In questi mesi il casting procede spedito e in trattativa ci sono attori quali Michelle Yeoh e il buon vecchio Mark Dacascos, con Gans già proprio in Crying Freeman e Il patto dei lupi.

Alla sceneggiatura William Josef Schneider, mentre tra i collaboratori dietro le quinte del regista francese troveremo nomi importanti del cinema europeo: l’art director Alain Bainée, il compositore Fernando Velazques, la costumista Joan Bergin. Produce appunto Samuel Hadida grazie a Davis Film in associazione alla spagnola TriPictures. Le riprese avranno inizio il prossimo gennaio 2019 e il secondo sogno più grande di Gans, e dei suoi finanziatori, è quello di trasformare Corto in un franchise cinematografico, come Star Wars o i film Marvel. Della serie: quando il cinema è in crisi, come al solito tocca al fumetto dare una mano…

sabato 3 novembre 2018

40 anni di Goldrake in Italia, in home video

In arrivo il 22 novembre nelle librerie italiane l’edizione defintiiva di UFO Robot Goldrake (UFO Robo Gurendaiza, 1975). C’è un compleanno importante da festeggiare, 40 anni dalla prima messa in onda italiana il 4 aprile 1978 sulla Rete 2 (poi semplicemente Rai 2), e han fatto le cose in grande. Un super classico lungamente atteso nel formato Blu-ray disponibile fra ora e il 13 dicembre in due box con 4 e 3 dischi blu, mentre l’edizione in dvd ne conterà 7 e 6 (con gli episodi 1-28 e 29-52 rispettivamente: il terzo cofanetto uscirà a gennaio). Distribuisce Koch Media in partnership con Yamato Video: una collaborazione che sta facendo un gran bene agli anime nelle sale cinematografiche italiane per 2-3 giorni e poi in home video.

Ritrovare anche Goldrake, dopo la prima serie di Lupin III, è dunque un nuovo incentivo a proseguire su questa strada. Con packaging accattivante, le illustrazioni del veterano Kazuhiro Ochi, l’edizione in full HD raccoglie tutte le 74 puntate della serie, comprese le 3 inedite mai trasmesse alla tv nostrana con doppiaggio storico rimasterizzato e sottotitoli fedeli all’originale. Presenti anche le due sigle dell’anime e un imperdibile booklet di 32 pagine con illustrazioni e sketch preparatori.

In Italia Goldrake ha goduto sempre di una popolarità tutta sua, perfino in negativo a causa di tutte le inutili polemiche piovutegli addosso nel corso degli anni. Un successo superiore a quello ottenuto in Giappone, dove il capostipite della trilogia Mazinga Z (Mazinger Z, 1972) è sempre stato il titolo creato da Gô Nagai più amato anche in termini di sequel e rifacimenti per il mercato dei video o il cinema. Non a caso il tanto chiacchierato reboot di Goldrake, parola di Nagai, stenta a decollare ancora adesso in mancanza di un’idea forte. Nella genesi di questa serie ha contato parecchio il successo di Mazinga Z, al termine del quale Nagai si preparava a fare qualcosa di “geniale” e gli venne così in mente un gigante d’acciaio questa volta proveniente dallo spazio. In quel periodo anche Toei Animation era in fibrillazione nella speranza di piazzare in televisione una nuova serie animata che facesse da traino alla commercializzazione di modellini e giocattoli. Nagai partì allora da un piccolo film realizzato nel 1969, Uchu Enban Daisenso, e rimise mano al design dei personaggi, prelevando da Mazinga Z il protagonista Koji Kabuto (nel primo doppiaggio italiano ribattezzato Alcor dall’edizione francofona) che infilò con mestizia autoriale nella trama del nuovo UFO Robot Goldrake.

Come spiegato in un’intervista al mensile Animeland, l’autore del manga si limitò a lasciare la progettazione e la lavorazione della serie a Toei Animation, per quindi dare vita a una versione a fumetti totalmente indipendente. Toei dal canto suo ebbe la lungimiranza di affidarsi a stagionati sceneggiatori che seppero lanciarsi con agilità nel dramma e nel coté più leggero e ironico, vera chiave del successo della serie; soprattutto si affidarono, quasi a occhi chiusi, al talento emergente di due chara designer come Kazuo Komatsubara e Shingo Araki, assieme al quale artisticamente stava sbocciando una giovane di nome Michi Himeno. La Himeno, arruolata nello staff dell’anime grazie alla Araki Production, farà il suo debutto di fuoco proprio alla corte di Goldrake prima come intercalatrice e quindi come animatrice. Per chi desidera saperne di più sulla serie cult ci sono il saggio di Massimo Nicora, C’era una volta Goldrake (Società Editrice La Torre) oppure Goldrake. Il primo robot non si scorda mai di Alessandro Montosi (Iacobelli). Se conoscete la lingua francese, invece, imperdibile il poderoso saggio Gô Nagai - Mangaka de légende di Jérôme Wicki.

– Mario A. Rumor