Aveva una predilezione per i soggetti letterari, Akira Miyazaki. Con Hiroshi Saito, altro grande veterano degli anime, aveva formato una coppia non dichiarata d’impareggiabili autori per il piccolo schermo animato, quasi sempre per Nippon Animation, il celebre studio dietro a Marco, Anna dai capelli rossi, Conan il ragazzo del futuro, Pollyanna e via elencando.
Se n’è andato, “l’altro” Miyazaki (nessuna parentela con il più famoso Hayao), il 25 novembre scorso in un ospedale della prefettura di Saitama all’età di 84 anni (era nato a Tokyo nel 1934), a causa di un male incurabile. Ancora studente, Akira lavoricchia in una casa editrice, frequenta il corso di lingua russa all’università e nel 1961, finalmente, arriva il primo impiego alla Shochiku. Diventa ben presto assistente alla regia di Yoshitaro Nomura e di Yoji Yamada in particolare per poi debuttare egli stesso sul grande schermo come regista dei film Naitetamaruka (1971) e Aoi Tori (1975). In veste di sceneggiatore, molti dorama televisivi negli anni Sessanta, per poi cominciare un interessante percorso nell’industria animata nel 1977 grazie al regista Masaharu Endo che lo coinvolge nelle sceneggiature della serie Il mio amico Rascal. È qui che conosce l’altro kantoku (regista) accreditato della serie, Hiroshi Saito. I due iniziano a collaborare in numerose altre serie famose: Peline Story (1978), Tom Story (1980) da cui la nostra immagine in alto, Lucy May (1982), Le avventure della dolce Kati (1984), Tutte per una, una per tutte (1987), Le voci della savana (1993), solo per citarne alcune.
Ci sono anche film animati importanti da ricordare, da Yuki (1981) a Moomin (1992) diretto da Masaaki Osumi. Del lavoro di entrambi esiste una pubblicazione molto bella, in gran parte illustrata, dal titolo Saito Hiroshi + Miyazaki Akira no Sekai che si può trovare a circa 6500 yen su siti quali Mandarake. Una pubblicazione che è anche disamina cronologica dei lavori dei due artisti e dalla quale di solito sono prelevate le rispettive cronologie che trovate in Rete.
Contrariamente alle aspettative, i principali quotidiani nipponici hanno pubblicato la notizia della scomparsa dello sceneggiatore limitandosi a poche righe. E di conseguenza il rimbalzo sulle pagine on line occidentali è avvenuto alla stessa maniera. Se questo è il “bello” di Internet, sappiate che la cara vecchia carta stampata di Akira Miyazaki e del suo socio in affari infantil-letterari su piccolo schermo non si è mai accontentata di poche righe. Anzi. Doujinshi a parte, e qui gran parte delle fanzine sono dedicate alla dolce Kati (personaggio peraltro piazzato sulla copertina del volume di cui sopra), riviste come Animage in più occasioni hanno posto il giusto accento sul loro lavoro. Esempio: Animage del marzo 1992 dedicò un lungo servizio sulle serie del Sekai Meisaku Gekijo (meglio noto come World Masterpiece Theatre, ovvero gli anime tratti dai capolavori mondiali della letteratura) e il primo box di “ricordi” è occupato proprio da Miyazaki. Un altro numero di Animage, aprile 1999, omaggiò il Meisaku in vista dell’uscita del film di Marco e, anche in quel caso, seguirono numerosi accenni alle serie firmate da lui.
Per aggiungere carne al fuoco, diremo che su Akira Miyazaki e Hiroshi Saito e sul genere “letterario” creato da Zuiyo prima e Nippon Animation poi, ci sono almeno un paio di volumi illustrati difficilmente rintracciabili perfino su Mandarake. Questo per ribadire l’eccezionalità del lavoro di scrittura e regia di Miyazaki & Saito, al pari di altre importanti personalità di solito citate per prime: Isao Takahata, Hayao Miyazaki, Yoshifumi Kondo e il grandissimo character designer Shuichi Seki. Dunque, un altro veterano ci ha lasciati, ma l’eredità artistica e la fortissima impronta umanistica che si è lasciato dietro difficilmente sarà dimenticata.
– Mario A. Rumor
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