È successo lo scorso
sabato 14 marzo alla fiera Cartoomics
– dove abbiamo portato in anteprima FdC n.236 e Annuario del Fumetto 2015 – quando è
andato in scena il matrimonio di Deadpool. Il mercenario della Marvel si era
sposato con la bella demone Shiklah nell’albo Deadpool n.45 in edicola da fine febbraio, alla Panini Comics hanno
avuto l’idea di far celebrare davvero il matrimonio, alla presenza - come vedete qui sopra - del
direttore editoriale Marco M. Lupoi,
diversi cosplayer vestiti da supereroi Marvel (anche in più versioni, come Iron
Man, Capitan America, Devil) e degli sposi, che vedete qui sotto con il nostro corrispondente.
Non mancavano altri fan
con tanto di invito acquistato con la versione “cover variant” di Deadpool n.45 uscita in fumetteria a fine febbraio. Come nei comics il matrimonio è stato celebrato
da Nightcrawler degli X-Men, che non è né prete né sindaco, ma ex seminarista
(a quanto pare, è stato sufficiente...).
Noi di FdC eravamo presenti con un collaboratore... “sheovanico”,
il quale non si è fatto mancare le classiche foto con gli sposi (vi graziamo
quella con l’officiante tutto blu e un primordiale Iron Man), consci di essere
stati a evento commovente e storico.
C’era stato il matrimonio di Peter Parker con Mary Jane Watson celebrato nientemeno che da Stan Lee allo Shea Stadium di New York nel 1987, ma allora c’erano attori nei ruoli di Spidey e la Rossa. Questo volta, erano direttamente cosplayer italiani, in una sorta di affascinante “teatro a fumetti” che speriamo venga ripetuto. Perché il fumetto è una forma d’arte, ma è anche divertimento: forse ce ne dimentichiamo un po’ troppo.
C’era stato il matrimonio di Peter Parker con Mary Jane Watson celebrato nientemeno che da Stan Lee allo Shea Stadium di New York nel 1987, ma allora c’erano attori nei ruoli di Spidey e la Rossa. Questo volta, erano direttamente cosplayer italiani, in una sorta di affascinante “teatro a fumetti” che speriamo venga ripetuto. Perché il fumetto è una forma d’arte, ma è anche divertimento: forse ce ne dimentichiamo un po’ troppo.
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