lunedì 3 dicembre 2018

“Mary e il fiore della strega”, magia in home video

È storia di allievi prediletti tutto ciò che riguarda il debutto su grande schermo dello Studio Ponoc, di cui abbiamo parlato su FdC n.273. Un debutto che è cronaca di un’acrobazia nel grande circo dell’industria animata giapponese. Per alcuni, un’acrobazia avventata; per altri un’acrobazia riuscita anche a occhi chiusi. Siccome ergersi a giudici fa ormai parte dell’etichetta mediatica e social di oggi, c’era da aspettarsi un po’ di cautela da parte dei fan nei confronti di Mary e il fiore della strega (Meary to Majo no Hana, 2017). Compresi i pensieri reazionari in merito al doppiaggio italiano, da sempre croce e delizia degli appassionati nostrani (che però tranquillizziamo: qui è fatto bene, senza svolazzi linguistici inutili e da dimensione parallela).

Gli allievi prediletti sono due. Uno è l’impavido produttore Yoshiaki Nishimura, degno discepolo di quel Toshio Suzuki che ha compiuto prodigi nella internazionalizzazione del marchio Studio Ghibli. L’altro è il regista Hiromasa Yonebayashi detto Maro, senza mezzi termini l’animatore preferito da Hayao Miyazaki. Un animatore e regista con angelica faccia da bravo ragazzo al quale Miya-san ha soltanto recapitato un’esortazione promettente alla notizia del suo nuovo film: «Disegna!». Per maggior definizione degli eventi che hanno condotto alla realizzazione di Mary, è sufficiente dire che nel 2014 l’improvvisa chiusura del dipartimento produttivo del Ghibli ha convinto il discepolo a investire in una società uguale e diversa al celebre studio, e il regista-ragazzino a scommettere sul proprio talento dirigendo un nuovo lungometraggio dopo Arrietty - Il mondo segreto dotto il pavimento (2010) e Quando c’era Marnie (2014). Il clan degli ammiratori Ghibli si è rasserenato piuttosto alla svelta dopo aver saputo che nello staff del terzo film da regista di Yonebayashi sono confluiti animatori e disegnatori dello studio, compresi veterani e maestri quali l’art director Kazuo Oga del celeberrimo Il mio vicino Totoro (1988).

Tratto dal romanzo The Little Broomstick della britannica Mary Stewart (in libreria per Rizzoli), Mary e il fiore della strega è una garbata commedia fantasy e avventurosa che può ricordare la malinconia esistenziale di Kiki - Consegne a domicilio (1989). Il fascino discreto della magia, e una bugia di troppo che rischia di trasformarsi in catastrofe, veleggiano in direzione di una portentosa parata dell’immaginazione. Non deve sorprendere se la formale simpatia del film di Yonebayashi tradisce spesso rimandi e riferimenti al cinema del suo maestro. Fa parte del gioco. Ma c’è sicuramente molto di più. Tutti quei riferimenti sono costruiti con grande gusto e notevole professionalità. Non un banale copia-incolla su grande schermo. Mary inoltre fa suo anche il manifesto artistico del Ghibli puntando ad elevata qualità delle animazioni, a immagini splendide, soprattutto quelle paesaggistiche ispirate alla campagna inglese, e – più forte di ogni dissenso – all’intenzione fortissima, mai disattesa, nel raccontare una storia al cinema davvero interessante. Altrimenti, come dice spesso Miyazaki, tanto vale restarsene a casa. I giapponesi, poi, hanno questa volontà di ferro quando producono e realizzano i loro film animati che a Hollywood non si vede con la stessa chiarezza. Il buon risultato riportato da Mary si nota anche in questo aspetto ed è ammirevole la lezione che lo Studio Ponoc vuol portare avanti, proprio ora che il maestro è tornato a ruggire e il Ghibli ha ripreso a lavorare a pieno regime al suo nuovo film.

Lucky Red, dopo averla distribuita nelle sale per un’intera settimana dal 14 al 20 giugno scorso, propone ora la pellicola in dvd e Blu-ray in una edizione impeccabile e di buona qualità, sia nel comparto video che audio. Più che soddisfacenti i contenuti speciali. Rispetto alla modestia delle opere Ghibli in home video, e alla parsimonia mediatica dei suoi principali anfitrioni, a Nishimura e Yonebayashi piace invece raccontarsi e spiegare il dietro le quinte, la fatica e l’entusiasmo del loro lavoro. Sono presenti pertanto la conferenza stampa assieme ai doppiatori originali della pellicola in un simpatico talk davanti al pubblico, il making of, uno speciale sulla canzone del film cantata dal gruppo Sekai no Owari, interviste a regista e produttore, promo e trailer, che trovate anche qui sotto:

– Mario A. Rumor

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