Alla notizia ci è quasi venuta voglia di danzare. Il cinema animato per molti più bello al mondo è pronto finalmente a cimentarsi con la magia tanto agognata: trasformare l’immaginazione in realtà. Da tempo era noto che anche lo Studio Ghibli stava valutando di compiere il “grande passo”, proprio come i colleghi d’Oltreoceano alla Disney fin dal 1955, con la creazione di un parco dei divertimenti ispirato ai film e ai personaggi dei capolavori di Hayao Miyazaki.
Venerdì 31 maggio nella prefettura di Aichi a Nagoya, si è tenuta una conferenza stampa che ha portato allo scoperto i tre emissari burocratici dell’operazione “Ghibli Amusement Park” e li ha lasciati parlare, dopo tante aspettative, davanti ai giornalisti. Da una parte c’era l’immancabile & ineffabile Toshio Suzuki in rappresentanza del Ghibli, il governatore Hideaki Omura e il presidente del quotidiano Chunichi Shimbun, Uichiro Oshima (nella foto in alto, nell’ordine). Tre partner commerciali riuniti in singolar missione: trasformare gli oltre 200 acri a disposizione dell’Aichi Commemorative Park, usato per l’Expo 2005 a Nagakute vicino Nagoya, in un mondo coloratissimo e tangibile di attrazioni, edifici in stile europeo, villaggi dei tempi antichi e chissà cos’altro. La novità rispetto al primo bollettino rilasciato alla stampa riguarda la data di cotanto sforzo produttivo: non più il 2020, ma il 2022.
Quello dei parchi a tema, attrazioni ispirate agli universi della finzione cinematografica, ha appena vissuto l’apertura in California del Galaxy’s Edge su Star Wars proprio lo scorso 31 maggio. E non è un argomento nuovo nemmeno in Giappone. Basti pensare che nel 1956 quando la Toei stava gettando le basi per la fondazione di Toei Doga, uno dei punti in discussione tra i colletti bianchi della compagnia era davvero questo: la creazione di parchi e attrazioni, anche per venir fuori dalla miseria della guerra. Se è vero che la Disney c’è arrivata un po’ prima, e che nei suoi stabilimenti già adesso è disponibile merchandising assortito dai film Ghibli (per l’intesa commerciale stipulata tra i due nel 1996), ora è certamente garantito che il nuovo parco nipponico si candida a scatenare non soltanto la fervida fantasia di Miyazaki, ma soprattutto quella di manager e CEO al pensiero del giro d’affari che il parco realizzerà. Quanto a Miya-san, dietro il progetto c’è proprio lui, gelosissimo di ogni sua “invenzione”, e anche il figlio Gorō, come già accaduto per il Museo Ghibli aperto nel 2001 in quel di Mitaka City che lo vide per un certo periodo direttore.
Riprodurre finalmente il mondo cinematografico dei film Ghibli, motto di Toshio Suzuki nel corso della conferenza stampa, significa sulla carta dare forma a cinque aree specifiche: ai cancelli di partenza dovrebbe trovarsi il Seishun no Oka (“La collina della giovinezza”) con ispirazioni da La collina dei papaveri (2011), il film di Goro Miyazaki, e da I sospiri del mio cuore (1995) di Yoshifumi Kondo. “Ghibli no Daisoko” (“Grandi Magazzini Ghibli”) è l’area coperta, quindi visitabile tutto l’anno, all’interno della quale troveranno posto le attrazioni, i giochi, i negozi e le sale cinematografiche. “Mononoke no Sato” (“Villaggio Mononoke”) sarà chiaramente l’omaggio green, in mezzo alla natura, al capolavoro di Miyazaki del 1997 e così l’area “Majo no Tani” (“Valle della maghetta”) che guarda a Kiki - Consegne a domicilio (1989) e Il castello errante di Howl (2004). Infine, resta “Dondoko Mori” (“Foresta Dondoko”) che amplia un’area esistente, la casa di Mei e Satsuki da Il mio vicino Totoro (1988) e già protagonista dell’Esposizione Universale 2005.
Bocche cucite sul budget necessario. L’ultima volta, quando si decise di avviare il progetto del Museo Ghibli, una parte dei miliardi di yen ce li misero il produttore Seiichiro Ujiie (scomparso nel 2011) e la Nippon Television (la prima emittente commerciale nata in Giappone nel 1953). Ma lì si trattava soprattutto di un vecchio amico e ammiratore di Miya-san e del socio-amico-mentore di sempre, Isao Takahata, che forse al ritorno economico non ha mai davvero badato. Questa è certamente ben altra questione... Nell’attesa, in tanti sono pronti a scommettere che tale meraviglia delle meraviglie potrebbe vedere la luce proprio assieme al nuovo figliolo cinematografico di Miyazaki. Un tempismo perfetto.
– Mario A. Rumor
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