Lo scrittore Leslie Stern, autore di un saggio che citeremo poco più avanti, lo definì una leggenda vivente. L’animatore Willie Ito e collega dei tempi Disney gli doveva una montagna di gratitudine. Milioni di fan sparsi nel mondo lo conoscono da una vita anche se il nome sfugge in continuazione. Lo conoscono grazie ai personaggi famosissimi ammirati soprattutto in tv e creati da Hanna-Barbera.
Stiamo parlando di Iwao Takamoto, animatore formidabile nato in USA nel 1925 e costretto a vivere negli anni drammatici della Seconda guerra mondiale nel campo di concentramento di Manzanar assieme a migliaia di altri nikkeis (americani-giapponesi di seconda generazione). Un posto affatto gradevole dove stare quando hai vent’anni e sogni un futuro luminoso ma dove, paradossalmente, il suo talento fu notato da due art director che avevano lavorato per Paramount e MGM. Sono loro a consigliargli di proporsi alla Disney.
Scomparso nel 2007, l’animatore è protagonista di un memoir scritto assieme a Michael Mallory e pubblicato da University Press of Mississipi nel 2009 che vale la pena recuperare e leggere (è in inglese, ma non va perso). Il titolo del libro spiega tutto: Iwao Takamoto. My Life with a Thousand Characters comprende 206 pagine arricchite da foto e illustrazioni che raccontano chi era e che cosa ha realizzato in vita. Oppressi come siamo da social media e influencer che decidono per noi o quasi, è davvero rassicurante ritrovare in questo libro la testimonianza preziosa di un uomo e di un artista così grande e unico. Takamoto, come altri artisti armati di matita, aveva milioni di cose da dire e lo faceva attraverso le sue illustrazioni. Dotato di tratto leggero e sincronizzato alla comicità richiesta dai suoi capi, egli riusciva a infondere vita vera ai personaggi della finzione e altrettanto riusciva a captare negli schizzi più personali: persone in piedi a una fermata dell’autobus, giocatori di baseball immortalati in azioni di gioco, se stesso ritratto in una sala cinematografica mentre ironizza sulla sua bassa statura.
Takamoto, alla stregua di numerosi altri disegnatori, non si separava mai dal suo album da disegno. Dei mille personaggi animati per la Disney (da Cenerentola a La carica dei 101) e in tv, occorre per ragionevoli motivi citare i più celebri: Scooby-Doo, grazie al quale reinventò la televisione dei cartoon (e che belle le illustrazioni di presentazione dello show create da Iwao!), I Flintstones, la Formica Atomica con la quale a metà anni Sessanta alla Hanna-Barbera conquistò il ruolo di key studio designer, Penelope Pitstop e i nostri adorati Dick Dastardly e il cane Muttley. Un memoir che è anche una storia dell’animazione americana compressa nella vita di un singolo uomo. Una storia dell’animazione vista attraverso gli occhi di un artista umile, ironico e geniale. Sempre in lingua inglese, è disponibile inoltre il libro di Stern dal titolo Living with a legend. A Personal Look at Animation Legend Iwao Takamoto, Designer of Scooby-Doo edito da TotalRecall Publications nel 2012.
– Mario A. Rumor
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