lunedì 12 ottobre 2020

Combattler V, cuore e acciaio

C’è stato un momento nella storia degli anime robotici in cui il cuore ha prevalso sull’acciaio. Un momento in cui il cuore ha letteralmente schiacciato la “macchina”. Un’infrazione provocatoria, destabilizzante o soltanto rivoluzionaria. Se fosse ancora vivo, a Tadao Nagahama, autore di tale storico gesto, andrebbe chiesto quale degli aggettivi sopra citati meglio si addicono al lavoro da lui svolto nella serie animata Combattler V (Chodenji Robo Con-Battler V), affettuosamente chiamata dai fan nipponici “Con-V”. La serie fu trasmessa su Tv Asahi da aprile 1976 a maggio 1977, prodotta da Tōei Company e realizzata materialmente da Sunrise. Ambientata nel “futuro” dell’anno 2013, Combattler V racconta l’invasione aliena condotta senza pietà dal pianeta Campbell ai danni dei terrestri. Per scongiurare la distruzione del genere umano, il dottor Nanbara ha costruito un potente robot, Combattler V, composto da cinque veicoli pilotati da cinque giovani: Hyoma Aoi, Jūzō Naniwa, Daisaku Nishikawa, Chizuru Nanbara e Kosuke Kita. Quando Nanbara resta ucciso, il professor Yotsuya ne prende il posto. Il nemico alieno contro cui i terrestri devono combattere è il generale Malik, al servizio della regina Oleana, l’anima della quale è finita in un computer e custodita in una statua gigantesca.

Per arrivare alla genesi di Combattler V era servito l’inaspettato successo della serie Il prode Raideen (Yusha Raideen, 1975), vera e propria pietra angolare del genere. Siccome in quegli anni una serie robotica poteva nascere soprattutto grazie all’interessamento e agli investimenti delle compagnie di giocattoli, quando Toei viene contattata dalla futura Bandai, essa commissiona il progetto di un nuovo anime robotico allo stesso staff di Raideen: Masaaki Tsuji alle sceneggiature, Nagahama alla regia (dal momento che era stato lui a prendere il comando in Raideen al posto di Yoshiyuki Tomino). L’ideale narrativo che ne sottintendeva l’ingresso sullo schermo doveva in pratica essere replicato anche in Combattler V, dove troviamo il leggendario Yasuhiko Yoshikazu come autore del character design e lo Studio Nue al mecha dei mezzi robotici. Lo Studio Nue era stato fondato nel 1972 da Takachiho Haruka, lo scrittore ben noto per Crusher Joe e Dirty Pair.

Un peso non indifferente lo avevano avuto in realtà Getter Robot (1974) e la morale del robot componibile, per effetto della quale ad affiancare la messa in onda dovevano essere prodotti stuzzicanti balocchi per i ragazzini. Una morale che, per quanto riguarda le fasi iniziali di Combattler V, prevedeva la presenza di molti più aeromobili nella composizione del robot, ridotti poi a cinque. Tra citazioni indirizzate ora al mondo sci-fi (il pianeta Campbell come omaggio allo scrittore John W. Campbell) ora alla stessa cultura animata del periodo, Nagahama elevò il gradiente spettacolare della serie Tv inaugurando un fortunato filone che sarebbe proseguito con Vultus V (1977) e Tōshō Daimos (1978). Il suo pregio da impeccabile narratore grazie alle esperienze teatrali condivise da giovane a fianco del futuro produttore di Tōkyō Movie, Yutaka Fujioka, fu principalmente quello di aver introdotto nel genere robotico elementi drammatici e introspezione psicologica. In tal modo la rappresentazione degli avversari alieni cambiava drasticamente instillando il dubbio negli spettatori. Sono davvero extraterrestri malvagi o non posseggono piuttosto anch’essi un cuore e una coscienza? Il divario tra buoni e cattivi, così come era stato postulato in passato, fece letteralmente il botto cambiando le regole di ingaggio nei confronti del pubblico. Serie notoriamente per ragazzi attirarono così l’interesse del pubblico femminile, spesso grazie al design di personaggi volutamente misteriosi e avvenenti: da Malik a Heinell fino al principe Rikiter che da solo si guadagnò la copertina delle riviste Out e Animage.

Combattler V è uscito in cofanetto per Anime Factory (brand nato dalla partnership tra Yamato Video e Koch Media) per un totale di 13 dvd che ne raccolgono tutti i 54 episodi. Il booklet contiene la trama degli episodi e i disegni preparatori di personaggi e robot. Chi possiede il roman album dedicato alla serie pubblicato in Giappone da Tokuma Shoten resterà forse un po’ deluso al cospetto di un simile bignami. Non sarebbe ora di recuperare materiali più allettanti? Interviste, descrizioni più accurate degli episodi, commenti dello staff? D’altronde non stiamo parlando di serie qualunque. Bensì di classici robotici intramontabili che hanno scritto un capitolo importante nella storia degli anime giapponesi.

– Mario A. Rumor


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