mercoledì 6 maggio 2015

PEN premia “Charlie Hebdo”, pareri discordi

Anche il giorno dopo, continua a far discutere la decisione del PEN American Center (sezione USA della maggior organizzazione internazionale di letteratura e diritti umani) di assegnare il premio Toni & James C. Goodale Freedom of Expression Courage Award al settimanale Charlie Hebdo, barbaramente colpito lo scorso 7 gennaio negli attentati di Parigi. Nella foto, l’editor-in-chief della rivista Gerard Biard tra il critico cinematografico Jean-Baptiste Thoret e l’editor Bob Mankoff del New Yorker al galà nell’American Museum of Natural History di New York.

A 6 suoi membri (Peter Carey, Teju Cole, Francine Prose, Michael Ondaatje, Rachel Kushner e Taiye Selasi, in Italia nota soprattutto per essere stata giudice del talent show letterario di Rai 3, Masterpiece) che hanno rifiutato di partecipare alla cerimonia prevista ieri sera, sono seguiti altri 29 che hanno spiegato la loro cotnrarietà in una lettera pubblica, in cui si afferma che “è chiaro e indiscutibile che l’omicidio di dozzine di persone negli uffici di Charlie Hebdo è disgustante e tragico. Ciò che non è né chiaro né indiscutibile è la decisione di assegnare un premio per la coraggiosa libertà di espressione a Charlie Hebdo o quali criteri, con esattezza, sono stati usati per prendere tale decisione”, aggiungendo che c’è “una differenza critica tra il supportare con fermezza un’espressione che supera l’accettabile e premiarla con entusiasmo”.

Si è però segnalata la posizione di autori (e fumettisti) di peso come Neil Gaiman e art spiegelman, che si sono offerti di sostenere la rivista sostituendo i colleghi che hanno disertato la cerimonia: in particolare il primo ha rilasciato un’intervista a The New York Times, dopo aver già immediatamente segnalato la sua vicinanza alla rivista, affermando che il premio “è per il coraggio. Il coraggio di lavorare dopo le molotov lanciate negli uffici nel 2011, il coraggio di pubblicare la loro rivista sfidando l’assassinio”.

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