giovedì 8 novembre 2018

I manga annunciati a Lucca (e alcune considerazioni)

Nella grande confusione di valori e affezioni che da molti anni sembra aver travolto il mondo dei manga in Italia, sbandierando appellativi e lustrini da senpai anche a chi non lo merita (più che altro in quanto campioni di marketing), risulta ancora una volta esemplificativo il fatto che la migliore età dei fumetti giapponesi sia quella del passato e che una direzione meno plateale del mercato dovrebbe guardare verso chi realmente sa cos’è il disegno e il fumetto. Confidiamo che si pensi a noi come a dei vecchiarelli, dei nostalgici integerrimi che proprio se ne fanno un baffo del destino industriale dei manga. E in parte alcuni editori la pensano uguale a noi, un pensiero che si aggancia al valore dei fumetti come veri e propri libri da leggere: quindi con formato ad hoc e prezzi non-per-tutte-le-tasche.

Gli annunci ascoltati a Lucca Comics & Games 2018 in materia di manga raccontano il tocco personale di editori grandi e piccoli (questi ultimi già preparati a una forma di resilienza nei confronti dei big) e preparano il terreno alla stagione 2019 componendo un ritratto di estenuante perplessità più che di intrepido spirito innovativo. A parole, per esempio, Planet Manga (la sezione di Panini Comics) è scissa giusto a metà. Da un lato proporrà infatti opere di indubbio valore e interesse (da Inio Asano con Reiraku a Chi no Wadachi di Shuzo Oshimi), rafforzando una compagine deluxe che include Jiro Taniguchi e Gantz di Hiroya Oku a prezzi da billionaire (il primo 110 euro, il secondo a 60). Di Taniguchi, per grazia ricevuta, arriverà anche il racconto fantascientifico in due volumi Chikyu Hyokai Goto Osamu. E ancora: dopo aver visto il film, ora è tempo di leggere il fumetto Kono Sekai no Katsumi Ni della brava Fumiyo Kono, presentato anch’esso con prezzo da bestseller: 26 euro. Un tocco europeo nello stile dovrebbe garantire infine a Tongari Boushi no Atelier di Kamome Shirayama, in 4 volumi, un pizzico di serenità e distensione.

Per niente raffinato, al contrario, è il campionario dei titoli “altri” con i quali Planet Manga si affida a scelte che rappresentano il surrogato più modaiolo e meno interessante. Gronda eccessi il luna park di fumetti quali Koya wa tsuki ga kirei di Kaname Majuro & Sousou Sakakibara, definito un “horror fuori dagli schemi”; oppure Ao no Flag di Kaito, Hone ga kusaru made di Yae Utsumi dove un patto scellerato genera un passato che ritorna. E ancora, come reagire di fronte a Game - Suits no sukima di Mai Nishikata, Mosou Shojo di Yukino Seo e Sister to Vampire di Akatsuki? Rispondiamo così: routine da ipermercato, dove l’ammirazione per il “bel tratto” e storie che producono dibattiti da permanenza forzata sotto il casco dalla parrucchiera continuano a proiettare una visione del fumetto giapponese al 90% senza speranza.

Di sicuro sessualità e identità di genere, qui e in alcune opere annunciate da J-Pop (il ramo manga delle Edizioni BD: Sore wa tada no senpai no chinko di Youichi Abe, Kinoko Ningen no Kekkon di Kei Murayama e Yarichin Bitch Club di Tanaka Ogeretsu), sembrano un ideale cover-up sociologico per cambiare i connotati ai gusti del pubblico e movimentare la carriera dei manga in Italia. In bene o in male, si vedrà. In realtà il colpo grosso di J-Pop si chiama Osamushi Collection: tutta dedicata a Osamu Tezuka, per noi vecchiarelli dovrebbe trasformarsi in momento topico nel poter rispolverare in lingua italiana classici del calibro di Delitto e castigo, Ludwig B, Neo Faust e soprattutto I bon bon magici di Melmo. In un’altalena di classici e autori moderni di culto (davvero di culto), J-Pop ha annunciato quindi tre opere di Shotaro Ishinomori: l’edizione deluxe di Miyamoto Musashi, Ryu delle caverne e Cyborg 009 - God’s War nell’edizione definitiva conclusa da Masato Ayase & Jo Onodera, che di Ishinomori è il figlio. Spazio a Go Nagai con Shutendoji, mentre tante sono le opere di cui discutere in futuro: Poison Ivy e Noise di Tetsuya Tsutsui, Le montagne della follia di Go Tanabe da H.P. Lovecraft, la fiaba dark Girls from the Other Side di Nagare e il buon Taiyo Matsumoto che torna con Le Chats du Louvre.

Decisissima a non arretrare di un passo, la Hikari Hikari (la sezione manga di 001 Edizioni) di Tezuka ne ha in serbo parecchio: Lost World, Next World e Metropolis e, promette, almeno altri dieci titoli del dio dei manga. Ancora in gioco Go Nagai, di cui sono state annunciate le storie fantascientifiche in volumi da 450 pagine.

A una Star Comics generosa di titoli di ogni colore, forma e genere come la collega Planet Manga ma che interessano tragicamente ben poco, (tranne forse una nuova edizione di Lamù di Rumiko Takahashi: di nuovo viva il passato) il consiglio è di guardare altrove. Quasi in periferia. Se non siete negli “anta” e neppure nostalgici ma avete fiuto per il buon fumetto, le proposte fatte da Dynit e Coconino Press passano per le virtuose del momento. È una piccola prova a carico, ma significativa, che farsi la guerra per accaparrarsi autori di grido non serve a niente. Immaginiamo lo stupore di un qualsiasi ammiratore del manga ganzo e cool al cospetto di queste righe, ma vecchiarelli siamo e la nostra stima vorremmo destinarla a opere che lascino davvero il segno, e non accumulino polvere negli scaffali. Scorrendo la lista dei titoli Coconino, più di una volta sale il cuore in gola: Tsurita Kuniko (mai pubblicata fuori dal Giappone), Yoko Kondo con Takara no Yome e Itsukushi no kubi, e ancora Takehito Morizumi con Mimi wa Wasurenai, Masahiko Matsumoto con I fanatici del gekiga, Kazuichi Hanawa con la ristampa dell’introvabile In prigione, Palepoli di Furuya Usamaru (di cui diciamo soltanto che gli americani lo conoscono già dai primi anni Duemila, della serie: non è mai troppo tardi). In arrivo Kentaro Ueno (Sayonara mo Iwazu ni), Kazuo Kamimura e Hideo Okazaki (Shinanogawa), Suehiro Maruo (L’inferno in bottiglia, Tomino la dannata). Per andarci giù leggeri e tornare nei lidi dei fan dei manga cool e ganzi, Coconino propone Stop! Hibarikun di Hisashi Eguchi. In pratica: un classico. Si tratta quasi esclusivamente di proposte da volume unico, e la promessa è quella di pubblicare un manga al mese. Sarà dura pazientare ma il gioco vale decisamente la candela. Occhio però a non confondere tutto questo ben di dio con la solita esaltazione/esultazione da fumetto “d’autore”. Potrebbe anche essere o non essere, ma se volete conoscere un volto diverso (e uguale) del Giappone questa è la sola strada da percorrere.

Anche Dynit non si sottrae al festival delle papille gustative iper-stimolate. La loro linea di fumetti è un distaccamento solido, come dimostrato nei mesi passati, e sicuramente grazie alle scelte editoriali di Asuka Ozumi gli annunci fatti a Lucca vanno ben oltre parole & promesse e si situano in linea con un’idea di fumetto capace di offrire spettacolo e far riflettere. I titoli dei manga annunciati in alcuni casi sono un benvenuto a gente già conosciuta: Kenji Tsuruta (L’isola errante), Moyoco Anno (Insufficient Direction), Tsutomu Takahashi (Zankyo), Yoko Kondo (Una donna e la guerra). A questi si aggrega un Olimpo degli artisti piuttosto allargato che fa posto a Minoru Furuya (Grexis), Yuki Urushibara (Suiiki), Est Em (Gli stolti odiano il rosso, La donna degli udon), Masakazu Ishiguro (Getenro) e Shinzo Keigo (Holiday Junction). Dunque, per ora da Lucca Comics & Games è giunta una interminabile lista di nomi di autori e titoli. Alla parata seguirà l’abbuffata: nel mezzo ci saremo noi. La competizione a chi farà meglio è aperta.

– Mario A. Rumor 

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