Il 45enne Simone Massi è un animatore, regista e illustratore che si può ben definire “resistente”, dato che per il suo lavoro
non usa il computer ma fa tutto a mano “su carta, come un secolo fa...
attraverso l’uso di matite, carboncini, gessetti, pastelli, grafite e china”,
con una tecnica “fatta di pastelli a olio stesi su carta e poi graffiati con
puntesecche e altri strumenti incisori” (intervistato qui).
Giustamente considerato uno dei più grandi animatori a
livello internazionale, premiaro da oltre 200 riconoscimenti nei principali
festival del cinema (d’animazione e non soltanto) del Bel Paese e all’estero,
lo scorso autunno è stato celebrato da minimum fax con un
libro curato da Fabrizio Tassi e due dvd allegati in cui i circa 90 minuti della sua produzione
vengono mostrati e approfonditi per appassionati, curiosi, amanti del bello e delle
emozioni.
Il secondo disco contiene il documentario inedito di 60 minuti Animata
resistenza dei giovani
Francesco Montagner e Alberto Girotto, ricco di altri dettagli e curiosità.
Dopo l’intervista al grande Bruno Bozzetto
per i suoi 75 anni, FdC ha voluto affrontare
anche quest’altra “punta di diamante” dell’animazione italiana, di cui parleremo
sul n.236 di marzo, in anteprima alla fiera milanese Cartoomics il prossimo 13-15 marzo.
Nel frattempo, ecco forse l’opera più famosa
di Simone: la sigla del LXIX Festival d’Arte Cinematografica di Venezia:
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