domenica 19 giugno 2022

Alberto Brambilla direttore artistico di Riminicomix

Tra le novità di questo 2022, la fiera Riminicomix che come sempre si tiene all’interno del festival Cartoon Club (quest’anno giunto alla sua 38° edizione, nel tradizionale spazio di piazzale Fellini, nel cuore di Marina centro a Rimini dall’11 al 17 luglio prossimi) festeggerà dal 14 al 17 luglio il suo primo quarto di secolo con una 25° edizione profondamente rinnovata... a partire dal direttore artistico Alberto Brambilla, che qui intervistiamo per la prima volta nella sua nuova veste. 

Raccontaci qualcosa di te. Qual è stato il tuo percorso professionale? 

Sono stato lettore di fumetti da sempre, ma sono finito per davvero nel loro gorgo soltanto all’università, quando ho fatto uno stage presso la Fondazione Franco Fossati per organizzare le mostre della fiera Cartoomics 2009 che all’epoca era curata da loro. La cosa mi è piaciuta e ho continuato a collaborare con loro, finché nel 2011 non abbiamo aperto WOW Spazio Fumetto a Milano, dove ho lavorato per 8 anni, curando o co-curando quasi tutte le mostre e gli eventi. In quel contesto, nel 2016 ho contribuito a fondare il festival delle autoproduzioni Bricòla, di cui si è appena svolta la quinta edizione e di cui continuo a essere uno degli organizzatori nonostante non lavori più al WOW. Nel frattempo ho iniziato a scrivere per il sito Fumettologica, con qualche puntata anche sul mensile cartaceo Fumo di China e altre riviste, a collaborare con ReNoir Comics, Editoriale Cosmo, Hachette… Mi occupo anche di didattica del fumetto, ad esempio all’interno del corso “Il piacere della scrittura” dell’Università Cattolica di Milano e da quest’anno presso la sede milanese della Scuola Internazionale di Comics

Qual è la mostra di cui sei più orgoglioso tra quelle che hai ideato? 

Al WOW ne abbiamo organizzate molte, perciò è difficile scegliere. Ne cito brevemente tre, diversissime tra loro. 

Dylan Dog - 25 anni nell’incubo” è stata la prima mostra davvero imponente che abbiamo realizzato, a meno di 6 mesi dall’inaugurazione del museo. La ricordo ancora come un’impresa eroica, in gran parte allestita solo in due, lavorando tutte le notti per una settimana. Mi ha mostrato cosa potevamo riuscire a fare… e soprattutto cosa dovevamo evitare di fare! 

Il fantastico mondo dei Peanuts” è forse la mia mostra del cuore per via del soggetto. Abbiamo scelto con cura le strisce da riprodurre tra tutto il corpus della serie e ideato le installazioni multimediali più riuscite della mia carriera. E al centro del percorso, come in uno scrigno c’erano una decina di originali preziosissimi; io, che non avevo mai avuto in mano un disegno di Schulz, ero praticamente in sindrome di Stendhal. 

Infine “L’arte di Jack Kirby, the King of Comics”, a memoria la più grande raccolta di disegni originali del Re mai esposta in Italia. Mostra che ho fortemente voluto, e per la quale ho riunito un team stellare di collezionisti e di critici fumettistici, che hanno commentato ciascuno una tavola in mostra. 

Qual è in questo momento la tua visione per Riminicomix? 

Mi sono fatto l’idea che il festival abbia due anime: una più legata al fumetto italiano mainstream, come Bonelli, Disney e Diabolik, e l’altra fatta dai cosplayer che hanno sempre affollato la manifestazione. In mezzo, il pubblico generalista, famiglie, villeggianti, curiosi, che vanno attirati con qualcosa di noto e stupiti con qualcosa che non conoscono. Per questo il programma che stiamo organizzando quest’anno si basa su due pilastri, uno per tipologia di pubblico. Allestiremo due mostre chiave. La prima leggerà sotto una inedita luce “femminile” il personaggio di Diabolik nei suoi 60 anni, al cui tema è dedicata anche la locandina di Cartoon Club delle bravissime Giulia Massaglia e Stefania Caretta, con tanto di spettacolo serale inedito. La seconda racconterà il successo di Pippo nei suoi 90 anni... ma le sorprese non finiscono certo qui!

Cosa ci puoi dire almeno qualcosa sugli incontri? 

Personalmente devo dire che non sopporto, all’interno dei festival, le presentazioni vere e proprie, con gli autori che parlano del proprio libro come potrebbero farlo in una qualsiasi libreria. Penso che sia giusto approfittare della presenza nello stesso posto di più autori - ma anche editori, doppiatori, critici… - per farli dialogare su temi trasversali. In poche parole, meno marchette e più confronto di idee. Sono convinto che il pubblico la pensi allo stesso modo. 

Ci sarà qualche novità importante a livello di stand? 

Il mio obiettivo è riportare a Rimini quegli editori di fumetto che nelle ultime edizioni hanno disertato la fiera, e coinvolgerne di nuovi. Riminicomix è la principale fiera estiva italiana, e, forti del grande afflusso di pubblico che ha sempre avuto, vorremmo che tornasse a essere un appuntamento importante per le case editrici. In più, stiamo valutando la possibilità di allestire una Self Area / Artist Alley, per dare spazio a autoproduzioni, collettivi, autrici e autori che meritano visibilità e che alimentano dal basso il sistema-fumetto. 

Un sogno che vorresti realizzare con Riminicomix? 

Sicuramente tornare ad allestire una mostra sui Peanuts, con un taglio diverso e originali ancora più spettacolari. 

 

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