Nonostante la sua scelta di modestia, nei decenni il mensile ha ospitato con maggior o minor consistenza fior di fumettisti, disegnatori di storie a tematica missionaria o similare, ma anche di racconti umoristici e realistici. Per esempio, Benito Jacovitti collaborò con Zim, un bambino dell’India protagonista di storielline di simpatica bizzarria. Carlo Peroni per anni scrisse e illustrò il bambino africano Nerofumo, Alberto Simioni creò e portò avanti per centinaia di tavole il western umoristico Gigi Tex, Alfredo Brasioli – scomparso lo scorso novembre – disegnò immagini preziose, dimostrando eccellenti doti di disegnatore e una certa tendenza verso moduli ornati, tipici del liberty. A ciò si deve aggiungere che sulle sue pagine iniziarono la loro carriera disegnatori poi divenuti celebri, come Piero Dall’Agnol, Paolo Bacilieri e Silvia Ziche. Attualmente vari disegnatori tengono alta la bandiera del fumetto nel PM, a cominciare dalla “colonna” Danilo Grossi.
Naturalmente, è sul piano della “missione”
giornalistica che il mensile combatte la sua battaglia, condensata nelle parole
di saluto per i 90 anni di padre Elio Boscaini: «fare una rivista “piccola, ma
con grandi ideali”, sempre in prima linea contro le ingiustizie, le
disuguaglianze, il razzismo che inquina la società italiana».
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